Ciao mamme, ciao papà,

Oggi parliamo di una fase fisiologica tipica dall’ottavo mese in poi, che tende a intensificarsi con il primo anno di vita e con i 18 mesi: il formarsi di una certa ansia da separazione, o comunque l’intensificarsi del movimento, che può influire sempre sul sonno dei piccoli e così sul vostro.

Vi guiderò fornendovi qualche consiglio utile, in modo che possiate superare questa fase al meglio.

Cominciamo! 

Cos’è l’ansia da separazione?


L’ansia da separazione è una fase fisiologica dello sviluppo emotivo dei bambini.

Si tratta di una sensazione di disagio che i piccoli provano quando si separano da voi genitori o per lo più dalla figura di riferimento primaria. È un segno di attaccamento e del forte legame che si è creato, e fa parte del processo di crescita.

 

Per questo motivo, soprattutto dopo gli 8 mesi, può capitare che i piccoli mostrino un maggiore desiderio di avere vicina la mamma. È dunque importante ricordare che l’ansia da separazione è comune e che tutti i bambini la vivono in modo diverso.

 

Quando inizia l’ansia da separazione?


Appena nati, i piccoli si percepiscono come estensione dei genitori, perciò è fisiologico vogliano rimanere a contatto con la mamma per dormire, come a riunirsi.

 

Più si fanno indipendenti, e più iniziano a percepire l’assenza dei genitori, più questa sensazione cresce: intensificandosi in concomitanza di occasioni e fasi di crescita importanti, come l’inizio del nido o il trasferimento nella nuova cameretta.

 

Come riconoscere ansia da separazione?


Ci sono alcuni segnali che potrebbero indicare che nei vostri piccoli si stia intensificando l’ansia da separazione:

 

  • Piangono quando vi allontanate o quando qualcuno di sconosciuto si avvicina
  • Mostrano resistenza quando vengono lasciati con altre persone
  • Hanno difficoltà a dormire con altre figure
  • Manifestano un aumento dell’irrequietezza e dell’irritabilità
  • Ricercano costantemente attenzione e contatto fisico


Ricordate, però, che ogni bambino è diverso e potrebbe manifestare l’ansia da separazione in maniera diverse.

 

Come gestire l’ansia da separazione?


La prima raccomandazione che vi faccio, soprattutto in prossimità delle vacanze estive, è quella di ricordare che i piccoli sono il vostro riflesso, e che quindi per affrontare con serenità l’ansia da sepazione sarà importante vivere con serenità anche noi fasi di crescita importanti come il ritorno al lavoro, l’inizio del nido e così via.

Nonostante si tratti di una fase fisiologica, gestire l’ansia da separazione è delicato. Tuttavia, è possibile adottare delle abitudini che aiutano a gestire al meglio il suo intensificarsi. Eccone alcune: 

 

Stabilite una routine per agevolare il distaccamento, come un abbraccio o un bacio d’arrivederci. In questo modo capiranno che tornerete presto e si sentiranno più sicuri.


Fate brevi prove di separazione: lasciate i vostri bambini con una persona di fiducia per brevi periodi e aumentate gradualmente la durata. Questo li aiuterà ad abituarsi all’idea di separarsi da voi.


Proponete giochi come il bubu settete
: molto importante è lavorare sulla loro persistenza degli oggetti, dimostrandogli sin dai primi mesi che anche quando non vi vedono ci siete ancora.


Offrite conforto
: se i piccoli dovessero cominciare a mostrare ansia da separazione, offrite loro conforto e rassicurateli, comunicando con limpida serenità.


Siate pazienti e comprensivi
: ricordatevi che l’ansia da separazione è una fase normale dello sviluppo. Fatevi forza e sostenete i vostri bambini, aiutandoli a superare questo processo di crescita e sviluppo.


Consultate il vostro medico e pediatra di fiducia
: se siete preoccupati per l’ansia da separazione o se notate comportamenti insoliti, mi raccomando: non esitate a consultare il vostro medico per una consulenza professionale.

 

Per altri utili consigli e suggerimenti, non dimenticatevi di iscrivervi all’Area Riservata sul sito e alle Masterclass. Vi aiuteranno ad affrontare nel modo migliore momenti come l’ansia da separazione, e il meraviglioso viaggio della genitorialità.

Un abbraccio,
Tata Elena