Ciao mamme, ciao papà,

Diciamo spesso che siamo tutti diversi, ed è la verità.

Lo siamo da un punto di vista caratteriale, lo siamo da un punto di vista estetico, lo siamo da un punto di vista genetico: ma che impatto ha tutto questo sul nostro sonno? E perché i neonati non sembrano dormire tutti la stessa quantità oraria, ma seguono invece andamenti diversi? Cosa si può fare  riguardo?

In questo articolo vi parlerò delle differenze genetiche che incidono sul nostro sonno, e come adattare la nostra routine a queste esigenze uniche, per aiutarli a riscoprire il piacere di dormire. 

Nel mondo del sonno si parla spesso dei cosiddetti cronotipi: variabili individuali che definiscono una consolidata tendenza al sonno, a volte protratta verso la sera, altre verso la mattina. 

La società ci ha abituato a determinati orari: la giornata lavorativa inizia a una certa ora; ceniamo a un’altra, e la nostra vita nel tempo si è uniformata in maniera sempre più precisa a queste abitudini sociali. Prendiamo in giro chi è più “dormiglione” o chi invece ha l’abitudine ad andare a dormire molto presto, ma la verità è che alla base di questi atteggiamenti non ci sono solo le abitudini, ma anche necessità fisiologiche di cui spesso non teniamo conto, e che affondano le radici nella genetica individuale e familiare. Sono questo, i cronotipi: delle tipologie circadiane attraverso le quali vengono espressi fattori genetici. 

Per capire meglio questo fatto, vi invito a pensare a due orologi: uno che ticchetta qui in Italia, e l’altro che lo fa nel Regno Unito. Entrambi gli orologi segneranno il trascorrere del tempo allo stesso modo, eppure segneranno un’orario differente a causa del fuso tra le due nazioni. Ecco, i cronotipi sono più o meno questo: un gap che differenzia i nostri ritmi circadiani individuali, portando una persona ad avere sonno prima, e un’altra a svegliarsi invece più tardi.

Uno studio effettuato su un campione di 697.828 individui da Jones, Lane e Weedon ha dimostrato come la presenza di specifici geni determini importanti differenze individuali tra le persone rispetto al sonno, dando vita a cronotipi che inevitabilmente condizionano il Ritmo Circadiano, spostandolo magari verso la mattina (si parla in quel caso di «allodole»: un cronotipo caratterizzato da alti livelli di Melatonina presto la sera, e che porta quindi i bambini ad avere sonno prima e a svegliarsi molto presto) o verso la sera (si parla in quel caso di «gufi»: un cronotipo caratterizzato da un innalzamento più tardivo dei livelli di Melatonina, e che porta quindi i bambini ad avere sonno più tardi e a volersi svegliare più tardi).

Tenere conto dei cronotipi è importante però non solo per curiosità personale: se si comprendono infatti le esigenze individuali di un neonato, si possono adattare le proprie abitudini quotidiane per fare in modo che il sonno notturno risulti comunque adeguato, e possa soddisfare tutta la famiglia.

Come fare?

Il primo passo è senza ombra di dubbio l’osservazione, per comprendere i segnali del sonno dei piccoli e le loro reali necessità. Una volta entrati in sintonizzazione con loro, poi, si può pensare di adattare la propria routine. Delle allodole vorranno iniziare la giornata molto presto: con loro, il mio consiglio è di non proporre un pisolino del mattino troppo ravvicinato all’orario del risveglio, e di non anticipare troppo il Power Nap pomeridiano: siccome il sonno arriverà molto presto la sera, meglio che a quell’orario i piccoli arrivino rilassati e stanchi al punto giusto! Con le allodole, occhio anche al bagnetto: troppo vicino all’orario della messa a letto li potrebbe risvegliare.

Con i gufi il discorso è diverso. Ogni tanto, è bene accompagnare i piccoli verso le proprie necessità senza però eccedere in questo. Se i vostri piccoli tendono quindi ad avere sonno più tardi la sera, il mio consiglio è quello di non gestire al meglio i pisolini per non farli andare a dormire troppo stanchi, e di svegliarli comunque al mattino per evitare che inizino la giornata troppo tardi. Una routine di addormentamento rilassante con i gufi funziona molto bene: proponete una routine consolidata, rilassante e dolce, senza luci o stimoli, così da invogliare i vostri gufetti a crollare prima. 

Pubblicato il 18 novembre 2022