Ciao mamme, ciao papà

La nascita di una nuova vita è un evento straordinario per entrambi i genitori. 

A differenza delle mamme, che hanno avuto nove mesi per vivere il cambiamento e formare un legame con il bambino che cresceva dentro di loro, i papà tuttavia possono ritrovarsi a fare più fatica nel creare un legame forte in questa fase di transizione, diventando a volte meno proattivi e partecipi nelle attività che precedono o seguono il parto.

Il coinvolgimento del papà è però di fondamentale importanza, al pari di quello della mamma: innanzitutto è una fonte di supporto e regolazione emotiva sia per le compagne che per i piccoli, e la funzione paterna poi diviene cruciale man mano che si cresce, e i piccoli incominciano a testare i confini del mondo, della propria personalità, dei genitori,.

Insomma, il papà è un tassello chiave nelle dinamiche familiari. Questo significa che sia prima che dopo la nascita stimolarne il coinvolgimento si rivela sempre fondamentale.

Spesso sento da voi dubbi a riguardo. Non sapete a volte come fare a coinvolgere i papà a causa degli impegni di lavoro o i rifiuti dei piccoli, e questo è allora qualcosa su cui mi piacerebbe molto lavorare, per esservi di sostegno.
Vediamo allora insieme come coinvolgere i papà.

 

Come coinvolgere i papà

Durante la gravidanza

Il legame tra papà e bambino può iniziare a formarsi già durante la gravidanza, a partire dal quinto mese, quando lo sviluppo dei piccoli nell’utero permette loro di udire cosa succede all’esterno.

Quando ci si appresta a diventare genitori per la prima volta, si può avvertire ansia, preoccupazioni; si può temere a volte di non essere all’altezza, e porsi mille domande. 

Sono cose naturali: capita a tutti, ve lo assicuro, ma bisogna affrontare questi timori senza farsi travolgere. Per farlo, è necessario informarsi e prepararsi.

Leggete libri e articoli online, guardate video e tutorial su YouTube, partecipate a lezioni e workshop. Potete anche iscrivervi all’Area Riservata sul sito e alle mie Masterclass, e partecipare ai Question Time assieme ai tantissimi altri papà che mi fanno domande in diretta.

Nessuno è davvero pronto a fare il genitore: diventarlo è più di un mestiere, è più di un compito. Si tratta di un percorso, in cui imparerete ad orientarvi strada facendo. Nel frattempo però è giusto arrivare al momento della nascita in maniera consapevole e preparata.

Per evitare che sia solo uno dei genitori a informarsi, potete provare a svolgere in coppia queste attività, supportandovi a vicenda.

Dopo la nascita

Anche i papà più duri si sciolgono al primo abbraccio con i piccoli appena nati.

 I papà possono rafforzare questo legame, e renderlo indissolubile, attraverso:

  • Il contatto: dopo la nascita, il contatto con il padre non è mai da sottovalutare. Il neonato ascolta la voce del padre, si rilassa al ritmo del suo battito cardiaco e del suo respiro, e inizia a riconoscere l’odore della sua pelle​. Rendiamo questo odore per loro familiare.
  • Dei massaggi: Il padre può aiutare a rafforzare il legame con il neonato attraverso attività rilassanti come un bagnetto, se apprezzato, o dei massaggini delicati. Questa pratica favorisce la produzione di ossitocina (l’ormone della felicità) sia nel bambino che nel padre, rinforzando il loro legame​.
  • Il gioco: è proprio il gioco però il modo più importante in cui padri e figli possono stringere un legame. A circa sei mesi il legame tra padre e figlio si intensifica. Eppure, così piccoli e delicati, non possiamo fare certo con loro giochi scalmanati. Lo stesso, il gioco è fondamentale (in particolar modo per i papà) per stringere un legame: stimola l’apprendimento, aiuta lo sviluppo cognitivo, incentiva il processo di acquisizione del linguaggio e permette a voi e loro di costruire fiducia.

 

Come giocare con i papà

La personalità dei piccoli emerge dunque anche attraverso il gioco, e sono certa che potrete imparare molto su di loro facendo assieme delle attività. Queste stimolano la produzione di ossitocina, dopamina e beta-endorfine, e favoriscono lo sviluppo della coordinazione fisica e delle abilità sociali del bambino.

La vera domanda è: quali, però?
 Se siete alla ricerca di giochi per intrattenerli però, potreste considerare:

Segui il peluche

La vista dei neonati non è da subito sviluppata.

Nei primi mesi infatti riusciranno a vedere cose solamente a circa 20 o 30 cm di distanza.

Un gioco carino, utile per tenerli attivi ma anche per incentivare la loro vista, favorendo la coordinazione occhio-mano e rafforzando, di conseguenza, i muscoli del collo, è “Segui il peluche”: una attività molto semplice, ma per loro divertente da praticare.

Con la loro capacità di riconoscere i colori che sta iniziando a svilupparsi, tonalità vivaci e luminose risulteranno di grande interesse. L’idea allora è quella di provare a intrattenerli con giocattoli colorati, decorazioni variopinte o oggetti particolari disposti in fila di fronte a loro.

Proviamo a mostrargliene uno alla volta, spostando i peluche lentamente lungo la linea visiva in modo che ci si possano concentrare. Vogliamo che a poco a poco ne restino catturati e che li seguano!

Bubu settete!

La permanenza degli oggetti è una competenza molto importante che viene acquista attorno ai 4 mesi.

Prima di allora, ciò che non si trova all’interno del campo visivo dei piccoli è come se smettesse di esistere, ma con il loro sviluppo cognitivo le cose cambiano, e giocare a bubu settete può rivelarsi utile non solo per intrattenerli durante le finestre di veglia, ma anche per aiutarli a sviluppare la loro percezione ambientale.

Nascondetevi allora dietro le mani, oppure uscite e rientrate dalla stanza, o piegatevi un secondo sotto il tavolo: sarà per loro un gioco divertentissimo, che li farà molto divertire.

Tummy Time

Sono certa che avrete sentito questo termine qua e là in rete: la AAP (American Academy of Pediatrics) lo raccomanda per addirittura almeno 30 minuti complessivi al giorno, divisi magari inizialmente per 5 minuti alla volta. La traduzione letterale sarebbe: “ora del pancino”.

Cos’è però il Tummy Time?

L’idea è quella di lasciarli a pancia in giù nella loro palestrina quando sono svegli. In quella posizione, i piccoli cercheranno, superata una certa età, di tirarsi su, di muovere il collo, di sviluppare una certa forza: l’importante è che siano svegli e che li si monitori.

Non tutti apprezzeranno questa posizione: per questo vogliamo trasformare il Tummy Time in un gioco da fare, a piccole dosi, più volte al giorno; magari piazzando qua e là dei giocattoli in giro in modo da spingerli a osservarli, e a tempo debito afferrarli.

Parlare ai piccoli e fare smorfie

Anche se non propriamente un gioco, questa è una attività che raccomando fortemente nel primo anno di vita, dato che sono moltissime le ricerche che invitano i genitori a parlare direttamente ai bambini.

Parlare ai piccoli migliora lo sviluppo del linguaggio: e quale occasione migliore per farlo se non del tempo preso per giocare assieme a loro, magari raccontando loro delle storie che attivino le loro sinapsi e li divertano grazie a smorfie e facce buffe fatte mentre vi ascoltano?

Provate a rendere le storie più eccitanti incorporando una narrazione interattiva, utilizzando i loro peluche preferiti o oggetti colorati.

Il contatto visivo diretto sarà per loro utilissimo.

Questi giochi forse non aiuteranno di per sé a costruire da soli un legame, ma aiuteranno tantissimo a creare sintonia tra papà e piccoli, permettendo loro di conoscersi meglio. E questo non ha prezzo.

 

Un abbraccio,
Tata Elena

 

Pubblicato il 19 luglio 2023