Settembre è fatto di tante grandi novità.

Ci sono le mamme e i papà che riprendono il lavoro, le giornate che si accorciano, il tempo che cambia. Per tante famiglie, poi, questo mese coincide con un passaggio importante: l’inizio del nido o il ritorno dopo la pausa estiva. Un momento che porta con sé emozioni contrastanti: entusiasmo, nuove scoperte, ma anche ansie e paure — sia per i bambini che per voi genitori.ù

Il nido segna per molti piccoli la prima vera esperienza di distacco. Significa infatti trascorrere diverse ore senza la mamma o il papà, in un ambiente nuovo, con educatrici e altri bambini. È un passaggio naturale, positivo, che arricchirà il loro sviluppo sociale ed emotivo, ma che ovviamente influenzerà anche le abitudini quotidiane. Sia nel lungo periodo, che nell’immediato. E tra queste abitudini che verranno stravolte, la nanna è una delle più delicate.

Ciao mamme, ciao papà! Il mio nome, lo sapete, è Elena Biondi: sono una Tata del Sonno certificata, una puericultrice, e da oltre dieci anni rispondo alle vostre domande riguardo il sonno del neonato e del bambino, per aiutarvi a riscoprire notti più serene. E ovviamente, in queste domande (soprattutto con l’inizio del mese di settembre) non può mai mancare il nido e l’inserimento!

Nell’articolo speciale di oggi, che troverete gratis in Area Riservata, parleremo proprio di questo: del rientro “a scuola” per i più piccoli, e di come affrontare la nuova routine, con la ripresa dell’anno.

Per farlo, ho deciso di partire da voi, rispondendo proprio ai vostri dubbi più comuni, per permettervi di affrontare con serenità questa fase delicata, e vivere l’inserimento al meglio.

Siete pronti? Iniziamo!

“Il mio bambino dorme solo in braccio o al seno: cosa succederà al nido?”

Molti genitori temono che il proprio bimbo, abituato ad addormentarsi in braccio, al seno o con particolari rituali familiari, possa avere difficoltà al nido.

Spessissimo allora mi viene chiesto se sia il caso di cambiare metodo di addormentamento per favorire l’inserimento.

La mia risposta? No! O almeno, non per questo motivo.

Non serve infatti cambiare tutto di colpo a casa. Il sonno è un’esperienza individuale e i bambini hanno una sorprendente capacità di adattamento. Il modo in cui dormono con voi non è quello con cui dormono con la nonna, o con le educatrici.

Il sonno, mi piace dirlo sempre, si plasma. Per questo, fidatevi, magari non dal primo giorno ma a poco a poco troveranno modalità diverse e nuove strategie che funzioneranno anche in quel contesto.

Fidati di loro, e fidati del lavoro delle educatrici.

A casa, quindi, potete continuare a mantenere le vostre abitudini serali, rassicurandoli e rendendo la routine un momento di sicurezza dopo una giornata piena di stimoli.

Liberi ovviamente di cambiare modalità di addormentamento, se è quello che desiderate: però, l’importante è ricordare che non serve farlo per colpa del nido.

Dovrà essere una scelta vostra, basata anche sui desideri e i bisogni dei vostri bambini.

 

“Il mio bimbo ha ancora bisogno del pisolino del mattino: cosa fare al nido?”

Un’altra preoccupazione diffusa riguarda i ritmi del sonno.

In alcuni nidi, per questioni organizzative, il pisolino del mattino viene tolto presto. Ma non tutti i bambini sono pronti a rinunciarvi sotto i 14 mesi.

Quindi, cosa fare?

Il mio consiglio qui è parlarne con le educatrici e chiedere, se possibile, di ridurlo gradualmente. Così, il passaggio sarà meno brusco e i piccoli non arriveranno troppo stanchi al pomeriggio.

Non sottovalutate l’importanza del dialogo con le educatrici: certo, anche loro hanno esigenze logistiche da rispettare, ma sono certa che quando possibile saranno ben disposte a lavorare in tandem con voi.

A casa, invece, potete compensare con un addormentamento leggermente anticipato la sera, finché il nuovo ritmo non si stabilizza.

 

“Il mio bimbo torna troppo stanco dal nido: cosa faccio a casa?”

Capita spesso che i bimbi tornino dal nido sfiancati: hanno giocato, sperimentato, affrontato tante emozioni nuove. Alcuni si addormentano in macchina, altri crollano appena entrati in casa.

Questo, delle volte, può un po’ stravolgere la routine.

Però, ecco: sappiate che non sarà sempre così.

 

Assecondateli nei primi giorni. Si stanno abituando, quindi è normale sia così. Flessibilità, deve essere la parola d’ordine.

Va bene concedere un sonnellino extra o un addormentamento anticipato, finché il loro corpo si adatta. Col tempo, i ritmi si stabilizzeranno. L’importante è non forzare: l’eccessiva stanchezza rischia di compromettere anche il sonno notturno, infatti.

 

“Il mio bimbo vuole più contatto del solito dopo il nido, è normale?”

Anche questa è una domanda comune. La farò semplice, però: sì, è assolutamente normale.

Dopo ore di separazione, o nei giorni dell’inserimento, molti bambini chiedono più vicinanza, coccole, seno o braccia. È il loro modo di ricaricarsi emotivamente.

 

Non abbiate paura di offrirglielo: non state creando cattive abitudini. Anzi, state rafforzando il legame e comunicando che, anche se vi siete separati, siete sempre la loro base sicura. Col tempo, questa certezza li renderà più autonomi. L’importante come sempre è non eccedere e comunicare molto.

 

“Come faccio a non far piangere il mio bimbo al nido?”

Un altro grande, atavico timore dei genitori: il pianto nel momento distacco.

Succede spesso che i piccoli piangano, infatti, durante il momento dell’inserimento. Non tutti lo fanno, sia chiaro: alcuni si tuffano nel gioco, altri si guardano attorno curiosi. Può accadere a qualunque bambino, però, di sentire un’emotività maggiore, un giorno o un altro.

E lo so, lo so bene: per voi genitori è dura, vederli in quel modo.

 

Eppure, la verità è che non possiamo eliminare del tutto quel pianto. Piangere è il modo naturale con cui i bambini esprimono emozioni intense come il dispiacere o la paura di separarsi.

Quello che possiamo fare semmai è prepararli:

  • Comunicate con chiarezza cosa sta accadendo, sia quel giorno che nei giorni prima (“Mamma torna tra poco”, “Papà viene a prenderti dopo la merenda”).
  • Create piccoli rituali legati al distacco (come ad esempio un saluto speciale, una canzoncina…)
  • Siate affidabili: se promettete che tornate a una certa ora, mantenete la parola. Questo rafforzerà la loro fiducia.

 

Ma soprattutto: siate saldi anche per loro.

Se affrontate il momento del distacco con coinvolgimento evidente; e se, poi, fate trapelare dispiacere o paura, i piccoli leggeranno i vostri segnali e finiranno per non sentirsi più al sicuro.

So che si tratta di un momento delicato della genitorialità, quello dell’inserimento, ma ricordate sempre che lo state facendo per il loro bene, e che sono al sicuro.

Presto tornerete ad abbracciarli, quindi non preoccupatevi! Siete genitori fantastici.

Alcuni consigli pratici per affrontare il sonno del bambino al tempo del nido

Ovviamente, ci sono tantissime cose in più che vi potrei consigliare: piccole accortezze magari scontate, ma che scontate non sono, quando si deve affrontare questo piccolo, grande cambiamento che si chiama nido.

Mentre cercate instaurare un buon inserimento, provate a fare attenzione magari anche a queste piccole tips:

 

  • Mantenete una routine serale chiara: bagnetto, pigiama, lettura e nanna. Dopo una giornata ricca di stimoli, la prevedibilità è ciò che più li rassicura.
  • No schermi prima di dormire: evitiamo TV, tablet o telefono nelle ore serali. Meglio una favola, una canzone o una coccola.
  • Più tempo all’aperto: quando possibile, lasciateli scaricare energie all’aria aperta anche dopo il nido. Il movimento fisico favorisce un sonno più profondo.
  • Ascolto e pazienza: ogni bambino ha tempi diversi di adattamento. Alcuni impiegano pochi giorni, altri alcune settimane. Non abbiate paura: con costanza e calma, troveranno il loro equilibrio.

Il nido rappresenta un passaggio importante nella crescita: nuove persone, nuove regole, nuove emozioni. È normale che questo influisca sul sonno del bambino, almeno nelle prime settimane.

Ciò che conta è non farsi prendere dall’apprensione: i bambini hanno risorse incredibili. Quello che serve davvero è la vostra presenza costante, una routine serale rassicurante e tanta fiducia.

Ricordate: il pianto, la stanchezza o le richieste extra di contatto sono fasi temporanee. Con dolcezza e fermezza, presto troverete un nuovo equilibrio — e il nido diventerà un’opportunità preziosa di crescita, per loro e per voi.

 

Un abbraccio,

 

Elena Biondi, la vostra Tata del Sonno